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Migliorare la donor retention delle No-profit nel 2023

Lo sviluppo della base donatori è cruciale per ogni organizzazione no-profit, ma spesso si è tentati di investire più nell’acquisizione che nello sviluppo della donor base. Questa attitudine sta però lentamente cambiando, riconoscendo sempre più l’importanza dei donatori che sono già coinvolti nella propria organizzazione.

 

Abbiamo già visto in questo articolo come le organizzazioni no-profit abbiano la possibilità di mettere in piedi campagne di acquisition efficaci al fine di aumentare il numero di donatori. Oggi ci occuperemo di come possano riuscire a mantenere fedeli quelli che già hanno sposato la loro causa attraverso strategie di donor retention, ovvero con l’obiettivo di aumentare la percentuale di donatori che continua a donare regolarmente nel tempo.

 

I donatori di una no-profit possono essere divisi in tre categorie: i regolari, che donano in maniera ricorrente e continuativa, gli one-off, cioè quelli che effettuano donazioni una tantum e i lapsed, ovvero coloro che hanno smesso di donare da diverso tempo. Per questi ultimi, non esiste una regola generale per definirli, poiché dipende dal database e dalla storia di ogni organizzazione. In genere si tende a considerare lapsed un donatore dopo 12, 18 o 24 mesi dalla sua ultima donazione.

 

L’obiettivo di ogni organizzazione no-profit è quello di riuscire a trasformare il maggior numero di donatori in regolari, in modo da poter aumentare i propri ricavi di base e riuscire a svolgere sempre più iniziative legate alla propria causa. Si stima che sia 10 volte più costoso reclutare un nuovo donatore che ricevere nuove donazioni da chi è già donatore.

 

Spesso, però, si commette l’errore di sollecitare soprattutto i donatori one-off e i lapsed, chiedendo di continuo il rinnovo della donazione, mentre i donatori regolari potrebbero cadere nel dimenticatoio. Sono proprio loro invece che hanno bisogno di maggior cura, perché non solo devono rimanere aggiornati sulle iniziative dell’organizzazione, ma devono anche ricevere comunicazioni che siano in grado di mantenere elevato il loro livello di fidelizzazione, così da evitare che ci abbandonino.

 

Per riuscire ad effettuare campagne di donor retention efficaci è necessario quindi che le organizzazioni no-profit effettuino un’analisi dettagliata dei propri donatori regolari, one-off o lapsed, in modo da poter costruire una comunicazione su misura per ciascuno di loro e che sia in grado di legarsi alle loro idee e necessità aumentandone il coinvolgimento verso l’organizzazione.

 

Tutto questo può oggi essere effettuato in modo molto semplice affidandosi a tecnologie all’avanguardia come l’Intelligenza Artificiale, grazie alla quale diviene possibile analizzare a fondo la donor base per definire i metodi migliori e i mezzi di comunicazione più adatti per interfacciarsi con ogni donatore, facilitandone così la trasformazione in regolare o, se già lo è, aumentando il suo contributo economico nei confronti dell’organizzazione.

 

 

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